
Workation preferito dal 75% dei lavoratori nel 2025
Nel 2025 il 75% dei lavoratori sarà nomade digitale grazie al grande impulso impresso dalla pandemia alla diffusione dello smart working, che diventerà workation ovvero lavorare in luoghi di villeggiatura
Workation ovvero una vita in vacanza
Workation è una strana parola, forse non proprio bella, ma bello è il suo significato.
A chi non è capitato e non capita di prenotare le vacanze, programmando tutto per incastrare giorni, orari dei trasporti per far quadrare tutto.
Poi però tutto non quadra!
Ecco che ci si deve portare dietro computer, telefono, dare a colleghi, clienti e datore di lavoro disponibilità e finire per lavorare dalla villeggiatura.
Portarsi il lavoro in vacanza è cosa comune e diffusa.
Molto meno diffuso è portarsi la vacanza al lavoro!
Assurdità?
Fantasia?
Non proprio dal momento che molte persone lo stanno già facendo, vengono chiamati nomadi digitali.
Il modo di lavorare sta cambiando rapidamente.
Molti stanno apprezzando l’idea che si può stare in vacanza tutto l’anno.
E non solo per il periodo di riposo, ma proprio per lavorare.
Tra i lasciti del Covid smart working e workation
Già nel 2021, ma ancor più nel 2022 le ricerche hanno dimostrato che una larga maggioranza di lavoratori preferisce la modalità smartworking.
Tale condizione, testata durante il periodo della pandemia, è stata apprezzata per molti aspetti.
E’ vero che tutti gli studi hanno dimostrano che le modalità adottate durante il periodo del lockdown non erano ottimali.
Tale modo di lavorare, a ben guardare, non può definirsi smart working!
Si tratta in verità di semplice lavoro da casa (home working), ben conosciuto da tempo come lavoro da remoto.
Smart working è cosa diversa, ne abbiamo parlato molto su questo blog e ne parleremo ancora.
Ci basti ora dire che lo smartworking incontra le preferenze di un numero crescente di lavoratori.
Molti di questi attribuiscono al termine “smart” il valore più alto.
Ovvero decidono di trasferirsi in località di villeggiatura dove vivere comodamente e da lì lavorare.
Questa tendenza è molto diffusa appunto tra i nomadi digitali.
Questi svolgono professioni legate alle nuove tecnologie e che possono svolgerle quotidianamente a distanza.
Certo non tutti possono eseguire l’attività lavorativa a distanza, ma molti si, a pensarci bene.
Per questo che si stima che entro il 2025 (fra non molti anni!) il 75% degli occupati lavorerà da remoto.
Molti di questi lavoreranno in località da villeggiatura, una pratica che ormai nota con il temine workation.
Workation è un’opportunità per l’Italia
Allora non è più un sogno il vecchio adagio di una canzone, popolare qualche anno fa, che nel ritornello ripeteva “una vita in vacanza“.
La cosa si può fare e non è nemmeno difficile.
Con la tecnologia moderna lo smart working, ormai diffusamente accettato, permette di operare senza grossi problemi da ogni luogo del pianeta.
Certo per poter operare in modo sereno e professionale servirà un ambiente professionale.
Servirà un luogo dove operare per le ore dedicate al lavoro, pur vicino alla spiaggia.
Ed è proprio quello che stanno facendo molti operatori del settore immobiliare.
Questi stanno sviluppando soluzioni di coworking e coliving.
Si costruiscono strutture per dotare i luoghi di villeggiatura di attrezzature atte a soddisfare le esigenze del crescente numero di nomadi digitali.
A ben vedere molti luoghi d’Italia si presterebbero proprio a diventare meta di workation.
Gran dei nomadi digitali di tutto il mondo, apprezzano infatti di venire in Italia a lavorare da remoto.
Un’opportunità ghiotta ed irripetibile per l’intera Penisola.
Per trovare il luogo adatto basta cercarlo su hubway.space.