Workation: lo smart working in vacanza
Lo smart working da condizione emergenziale legata alla pandemia da Covid-19 è diventato un fattore strutturale dei rapporti di lavoro post-Covid
Workation: lo smart working ora è una condizione strutturale
Un recente studio di INAPP, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, ha rilevato che se prima dell’esperienza legata al Covid-19 solo 570mila lavoratori a livello nazionale utilizzava forme di smart working, a seguito della pandemia, nella fase più restrittiva di lockdown oltre 6,5 milioni di italiani hanno conosciuto cosa vuol dire smart working.
Ancora oggi tuttavia, pur avendo allentato un po’ le maglie delle restrizioni per contenere la diffusione della pandemia, oltre 5 milioni di lavoratori rimangono in smart working e oltre quattro lavoratori su dieci dichiara che vorrebbe che la condizione divenisse permanente, con apprezzamento di molte aziende, specie delle imprese medio-grandi.
Gli studi svolti da INAPP infatti attestano che lo smart working non è più una misura per affrontare il periodo emergenziale, ma un nuovo modo di svolgere le attività professionali, ormai integrato nella società post-pandemia.
Workation = lavorare in vacanza
Il fatto che l’adozione di pratiche di smart working diventi una condizione strutturale, comporta una vera e propria rivoluzione nell’interpretare il modo di lavorare.
Va ben chiarito cosa però si intende con smart working.
Non va confuso con home working, che è semplice lavoro da remoto, cioè invece di lavorare in ufficio, otto ore al giorno lo si fa da casa.
Ciò comporta troppo spesso l’invasione della sfera professionale nella quotidianità domestica.
Con smart working si intende invece un lavoro svolto per obbiettivi.
Il lavoratore decide luogo, tempi e modalità coordinandosi con il datore di lavoro a cui va garantito il risultato.
Il lavoratore, come detto, sceglie il luogo dove preferisce lavorare e, perchè no un luogo di villeggiatura.
Workation: lavorare ed abitare in vacanza tutto l’anno
La trasformazione a cui stiamo assistendo però è ben più profonda di quanto si possa ora immaginare.
Le indagini di INAPP hanno infatti rilevato che 4 lavoratori su 10 vorrebbero lasciare le grandi città e trasferirsi a vivere con la famiglia in piccoli centri di provincia.
La vita al di fuori delle grandi città scorre un po’ più lenta e la qualitàambientale è migliore.
Non solo quindi un lavoro che può essere svolto anche da luoghi di villeggiatura, per periodi limitati.
Si tratta di un vero e proprio nuovo modo di vedere la vita professionale, in un’ottica più legata al benessere proprio e della propria famiglia.
Un vero e proprio passaggio da smart working a smart living.
Ecco che requisito essenziale per riuscire in questa trasformazione è trovare lo spazio lavorativo professionale ed accogliente, dove si preferisce.
Ciò e possibile grazie ad www.hubway.space, la piattaforma dedicata allo smart working.