
Uffici a tempo e coworking: smart working e DPCM ottobre
Covid 19, smart working e DPCM di ottobre: andiamo a capire bene la situazione. Una cosa è sicura: serve un luogo adeguato per lo smart working in Italia!
Il nuovo Dpcm è stato firmato dal premier Conte e dal ministro della Salute Speranza nella notte tra il 12 e il 13 ottobre. E’ entrato dunque in vigore ma diversamente da quanto si pensava va soltanto a “sfiorare” la tematica dello smartworking. Nella versione finale del decreto infatti compare solo una generica raccomandazione a che le attività professionali “siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile”, da casa o “in modalità a distanza”, senza ulteriori specifiche.
Uffici a tempo e coworking: smart working e DPCM ottobre
Quindi nel DPCM di ottobre diciamo che il Governo ha soltanto sfiorato la materia e dovrebbe arrivare nei prossimi giorni (forse settimane) una modifica o regolamentazione ad hoc della materia “smartworking”: forse sarà un decreto ad hoc. Infatti, doversamente da come si ipotizzava inizialmente nel DPCM del 13 ottobre c’è solo traccia di una frase che rimanda a una generica raccomandazione a che le attività professionali “siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile”, da casa o “in modalità a distanza”.
Smart working o home working? La differenza
Va detta poi una cosa fondamentale: c’è una grande differenza (che forse in Italia ancora non abbiamo ben compreso) tra “Smart Working”, che è una modalità particolare di lavoro che mantiene il focus sul lavoratore, gli obiettivi da raggiungere e soprattutto la flessibilità, e lo “Home Working” invece che significa letteralmente lavoro da casa, ovvero stesse modalità di lavoro, ma luogo diverso da quello abituale.
Ciò che è certo è che il lavoro agile può essere applicato per la durata dello stato di emergenza, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali previsti. Gli obblighi di informativa sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Inail, si leggeva in una bozza del Dpcm.
Smart working: i sindaci ne hanno chiesto “di più” al Governo
Anche i sindaci hanno chiesto più smart working al Governo. Questo perché per ridurre la presenza del pendolari sui bus occorre incentivare lo smart working e differenziare gli orari delle scuole.