
Smart working anche dopo il lockdown
Il lockdown ha diffuso la conoscenza dello smart working
Forse una delle conseguenze più evidenti del lockdown dovuto alle misure di contenimento del contagio del COVID19 è stata la diffusione delle pratiche di smart working.
Ormai tutte le aziende, anche quelle più tradizionali, hanno avuto la possibilità di sperimentare lo smart working, potendo così dare continuità lavorativa ai propri dipendenti pure stando a casa e, in questo modo, poter valutarne i vantaggi sia per l’azienda che per i lavoratori.
Anche le pubbliche amministrazioni hanno dovuto adottare pratiche di smart working e proprio in questo comparto è stato particolarmente apprezzato.
Secondo il sondaggio svolto da Fpa (società del gruppo Digital360) tra il 17 aprile e il 15 maggio 2020 (il periodo di lockdown) oltre 4 mila dipendenti pubblici hanno lavorato da casa, mentre prima della chiusura, lo smart working era stato sperimentato solo nell’8,6% degli uffici pubblici.
Ne è risultato un apprezzamento generalizzato, infatti l’88% dei dipendenti ha espresso parere favorevole e il 93,6% vorrebbe continuare a lavorare in smart working come ordinaria modalità di lavoro.
Le grandi aziende stanno facendo accordi con i sindacati
In accordo con le disposizioni normative molte aziende stanno già prendendo accordi con le organizzazioni sindacali per rendere ordinarie le modalità di smart working.
Infatti il gruppo Tim, prima grande azienda in Italia, ha inteso riorganizzare il lavoro dopo l’emergenza sanitaria e per tutto il 2021 ed ha firmato di recente un accordo con i sindacati per prolungare fino a fine ottobre le misure di smart working e per avviare la sperimentazione lungo tutto il 2021 di una riorganizzazione del lavoro con 2 giorni alla settimana di smart working, oltre ad una disponibilità individuale di altri 12 giorni che permetterebbero ai lavoratori di lavorare 2 giorni in ufficio e tre da casa.
Lo smart working inciderà negli investimenti immobiliari
Numerose aziende hanno riconosciuto non solo un miglioramento nella felicità dei propri dipendenti, ma soprattutto un aumento della loro produttività.
Già si vedono i primi effetti nel mercato immobiliare.
Gli agenti immobiliare di Londra hanno previsto un fuga dalle grandi città ed un ricollocamento verso i così detti “paradisi verdi” ovvero località situate in provincia dove poter lavorare da remoto con una semplice connessione internet.
Anche a Milano il mercato immobiliare registra un aumento delle preferenze per le case situate in centri più piccoli.
L’adozione dello smart working diffuso richiederà quindi una migliore organizzazione degli spazi lavorativi garantendo maggiore flessibilità e ciò riguarderà non solo i centri urbani di maggiore dimensione, bensì anche le piccole cittadine di provincia.