Studi condotti nei vari periodi di lockdown e di restrizione degli spostamenti hanno accertato che utilizzando diffusamente lo smart working, l’inquinamento atmosferico otterrebbe una riduzione del 15%
Il collegamento tra smart working e inquinamento
E’ ben noto il fatto che il traffico veicolare causa inquinamento nelle città.
Molti studi da tempo hanno ben dimostrato che la maggior parte del traffico veicolare nelle città è causato dagli spostamenti da casa al luogo di lavoro e viceversa.
Da tempo i sindaci sono impegnati nel cercare di ridurre l’impatto che gli spostamenti legati alla professione causa ai danni della qualità dell’aria.
Se pensiamo che in Europa le morti collegate al solo inquinamento atmosferico ammontano a circa 630.00 il problema diventa di importanza cruciale.
In tal senso le città si sono attrezzate con mezzi pubblici a trazione elettrica, con la costruzione di piste ciclabili, con la diffusione di mezzi alternativi, con l’educazione dei cittadini alla condivisione dei mezzi di trasporto privati.
Quattro giorni di smart working e l’inquinamento se ne va
L’Università Autonoma di Barcellona ha svolto uno studio statistico proprio grazie ai dati raccolti durante la pandemia.
Lo studio attesta che se venisse introdotto stabilmente lo smart working anche nel periodo post pandemia per soli tre giorni alla settimana si otterrebbe una riduzione del traffico veicolare del 25%, con conseguente riduzione del biossido di azoto liberato nell’aria pari al 8% e alle sostanze inquinanti in generale (gas e polveri sottili) del 10%.
Se i giorni di smart working fossero quattro la riduzione ottenuta delle sostanze inquinanti salirebbe al 15%, una riduzione più che proporzionale.
Oltre al beneficio in termini generali, si otterrebbe un vantaggio ancora maggiore nei periodi di particolari condizioni climatiche.
Per i Millennials lo smart working è la soluzione al cambiamento climatico
Recenti studi su un campione di poco meno di diecimila persone della generazione Millennials ha accertato che i problemi legati al cambiamento climatico sono in cima alle preoccupazioni delle nuove generazioni.
Il 43% degli intervistati ha confermato di essere molto coinvolto nella determinazione delle politiche volte a contrastare i cambiamenti del clima e di adottare comportamenti volti alla tutela ambientale.
Gli intervistati affermano che anche nel periodo post pandemia conserveranno comportamenti green, in primo luogo l’attenzione negli spostamenti evitando di usare le automobili private se non strettamente necessarie.
A tal fine tutti ritengono preferibile l’utilizzo dello smart working che permette di lavorare da remoto senza gravare sulla viabilità cittadina.
Buone pratiche per un miglior ambiente e per una migliore qualità della vita.