
COVID-19: Come procedere alla sanificazione degli ambienti
COVID-19. Differenze tra pulizia e sanificazione
A causa della diffusione del Covid-19 tutti noi abbiamo dovuto confrontarci con la necessità di procedere alla sanificazione degli ambienti, sia in casa che, soprattutto, negli ambienti di lavoro, dov’è più diffusa la presenza di persone e dove quindi deve procedersi più di frequente alla pulizia.
Vi è una sostanziale differenze però tra pulizia e sanificazione.
PULIZIA. È l’attività con cui si rimuove lo “sporco” di qualunque tipo (polvere, sostanze untuose, ecc.) da superfici, tessuti ed ogni altro genere di supporto. La pulizia viene effettuata mediante rimozione manuale ovvero con l’utilizzo di macchine, acqua e/o di prodotti detergenti.
SANIFICAZIONE. Non vi è una definizione univoca di sanificazione. In linea generale, la sanificazione rappresenta qualcosa di più rispetto alla pulizia per quanto riguarda il livello di igiene ottenuto. La sanificazione presuppone la rimozione dei microrganismi quali batteri, virus, muffe, ecc., che la normale pulizia non è in grado di eliminare nei medesimi termini di qualità e quantità. La sanificazione si esegue sfruttando l’azione di agenti chimici detergenti in grado di abbattere la carica microbica, fungina e virale al di sotto di determinati limiti.
COVID-19. La sanificazione con l’ozono.
Con l’adozione di misure utili a contenere la diffusione del Corona Virus, si è iniziato a diffondere l’utilizzo dell’ozono che pare aver ottimi risultati nella sanificazione degli ambienti.
Si tratta di un processo controverso e comunque complesso e costoso, la cui efficacia dipende molto dalle dimensioni del locale.
Per garantirne l’efficacia la sanificazione deve essere comunque preceduta dalla pulizia utilizzando prodotti specifici, quali detergenti disinfettanti o presidi medico chirurgici, che oltre alle qualità battericida e levuricida (contro i funghi), caratteristica propria della maggior parte dei prodotti di uso generale, devono avere anche efficacia contro i virus.
COVID-19. Con casi positivi la sanificazione “semplice” non basta.
Va detto che qualora nell’ambiente di lavoro si siano riscontrati casi positivi al Corona virus i protocolli per la sanificazione di luoghi prevedono che la sanificazione per la riapertura e l’utilizzo delle metodiche riportate nella circolare 5443, ovvero:
pulizia e poi disinfezione con ipoclorito di sodio (candeggina) 0,1%, soluzione idroalcolica al 70% dopo pulizia con un detergente neutro.
Se si utilizza normale candeggina commerciale occorre verificare la concentrazione di ipoclorito (generalmente compresa tra 1% e 5%) ed effettuare la diluizione necessaria
Sul punto si raccomanda di verificare direttamente la fonte normativa ovvero il sito del Ministero della Sanità.
Negli altri casi comunque i protocolli non indicano prodotti specifici, purché l’efficacia virucida sia espressamente citata nella scheda tecnica di prodotto.
COVID-19. Un protocollo aiuta a sapere cosa fare.
Per aiutare a capire come fare per garantire una sanificazione efficace degli ambienti di lavoro è stato concluso tra le parti sociali (organizzazioni datoriali e sindacali) ed il Governo un protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19.
Quanto alle tempistiche di sanificazione il protocollo dice che deve essere effettuata una pulizia giornaliera e una sanificazione periodica.
In relazione ai parametri per capire come orientarsi su questa periodicità, a parte casi specifici elencati nei protocolli (ad es. il prima possibile in caso di positivi alla COVID-19, giornalmente per mensa e spogliatoi nei cantieri, ecc.) non è facile dare un parametro temporale univoco, poiché dipende molto dall’uso dei locali, dal passaggio di persone e da altri fattori.
La responsabilità delle tempistiche è, in buona sostanza lasciata al datore di lavoro e la periodicità dovrebbe essere definita in base all’utilizzazione, privilegiando una frequenza maggiore sulle superfici più utilizzate.
La sanificazione non va necessariamente eseguita da ditte specializzate, tuttavia in casi particolari (situazioni logistiche complesse, presenza di persone positive al Corona virus, ecc.) può essere preferibile rivolgersi a professionisti interni.
I protocolli non richiedono una registrazione delle attività di sanificazione, ma può essere opportuno tenerne traccia, specie per attività “fatte in casa” riportando la data, il prodotto utilizzato e la procedura applicata, avendo cura di tener presente che l’utilizzo di un detergente disinfettante svolta secondo le modalità ed i tempi di permanenza (prima dell’asciugatura, risciacquo o rimozione) riportate nella scheda tecnica.