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Anche Leonardo da Vinci iniziò in un coworking (laboratorio condiviso)

1 September 2020by hubway0 comments

Molti non sanno che i maggiori artisti del periodo rinascimentale, personaggi del calibro di Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli, iniziarono la loro attività in spazi condivisi.

Le botteghe artigiane dell’epoca erano vere e proprie comunità dove creatività ed innovazione prendevano forma in progetti che poi avevano modo di intrecciarsi l’un l’altro dando vita ad esperienze artistiche del tutto particolari.

 

Non c’erano solo artisti di indubbio talento, ma anche tanti altri e meno noti apprendisti, lavoratori, artigiani che non erano tanto garzoni di bottega o allievi della star del momento (il Maestro), ma lavoratori autonomi interdipendenti che assorbivano nozioni e modalità di lavoro che poi applicavano alle loro attività quotidiane.

 

L’Italia può recuperare lo spirito rinascimentale grazie ai coworking e alla condivisione degli spazi lavorativi

 

Così come la condivisione di spazi tra lavoratori nell’Italia del Rinascimento ha permesso la contaminazione di idee e la diffusione di uno spirito creativo senza pari nel mondo, allo stesso modo, oggi, la condivisione dei luoghi di lavoro può portare allo sviluppo di iniziative imprenditoriali innovative e promettenti.

Certo, come allora, anche gli spazi lavorativi di oggi necessitano di dotazioni ed attrezzature adatte per permettere ai lavoratori di oggi di operare per trasformare le loro intuizioni, ispirazioni e le rappresentazioni mentali in nuovi prodotti ed iniziative.

 

Il valore aggiunto dei luoghi di lavoro condivisi è la rete di relazioni che si viene a creare

 

Ciò che serve molto spesso non riguarda la dotazione materiale, bensì il confronto tra diversi talenti, che nel Rinascimento ha contribuito a rendere i laboratori artigiani luoghi animati in cui il dialogo ha permesso di favorire i conflitti creativi, così nei “laboratori” odierni permette il confronto-scontro tra idee e punti di vista differenti.

 

Se è vero che sempre più la tecnologia permette la “socializzazione telematica” tuttavia spesso questa finisce per essere fine a sé stessa, non permettendo un vero arricchimento dallo scambio di impressioni. Quando il confronto avviene invece sul posto di lavoro ed in ragione di esso, vi sono buone possibilità che la contaminazione reciproca venga messa a frutto e generare valore.

 

Un’opportunità già divenuta realtà in alcuni contesti quali, solo per citare il più famoso, il Talent Garden di Milano.

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